Vendita al dettaglio, i centri storici soffrono più delle periferie. Confcommercio: “Sosta, decoro e promozione le priorità”


Centri storici che soffrono più delle periferie nel settore della vendita al dettaglio. A dirlo è uno studio nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, che ha analizzato 39 Comuni della Penisola per mettere a confronto il tasso di aperture e chiusure all’interno delle mura e nelle zone periferiche. Negli ultimi otto anni – dal 2008 al 2015 – ha chiuso i battenti il 15 per cento delle attività concentrate nella parte storica, contro l’11 per cento degli esercizi periferici. Una demografia d’impresa – spiega il dossier – frutto di cause vicine e lontane.

“Da una parte la qualità e la tipologia di alcuni negozi che stanno nascendo con una certa frequenza, spesso di proprietà di immigrati; dall’altra le grandi catene che comunque finiscono per avere ricadute sulle botteghe di vicinato: tutto questo determina un panorama incerto, che ci impone di fermarci e ripensare al ruolo delle imprese nei centri storici – sostiene il direttore dell’ufficio studi di Confcommercio Imprese per l’Italia Mariano Bella -. Di questo passo, i nostri centri rischiano di diventare belle bomboniere vuote e invivibili, sia per i residenti che per la comunità. Con un basso appeal anche rispetto al turismo. E’ impensabile avere centri storici pieni soltanto di esercizi di somministrazione, perfetti per la movida, ma senza negozi”.

E proprio lo studio è stato il punto di partenza di “Imprese e città”, il tavolo di confronto organizzato a Palazzo Buonamici in sinergia con Pistoia. Parola d’ordine, ridiscutere funzioni e servizi per fare dei centri storici luoghi di fruizione e non solo di passeggio. Investimenti, ma anche sosta, decoro urbano e promozione, le priorità per invertire la rotta.

“Le attività, da sole, non sono un elemento attrattivo sufficiente per creare movimento e dinamiche che garantiscano redditività alle aziende – sostiene il direttore di Confcommercio Pistoia e Prato Tiziano Tempestini -. E’ necessario uno sforzo corale che possa contare sull’azione dell’Amministrazione pubblica”.

Una missione che vede impegnato il Comune di Prato, con il nuovo Regolamento del Commercio in sede fissa ma non solo. Per mantenere vivo il centro ed allontanare il fantasma della desertificazione.

“Abbiamo varato il nuovo Regolamento sul Commercio che ci permette di essere più incisivi – commenta l’assessore comunale alle Attività Produttive Daniela Toccafondi -. Vogliamo adesso concentrarci sulle zone più sofferenti, a partire dall’area attorno alla stazione del Serraglio, che ci sta a cuore per le potenzialità inespresse e la presenza di universitari. Abbiamo fatto una mappatura, ad esempio, su via del Serraglio: qui potrebbero aprire 22 esercizi, visti i fondi sfitti. Ecco, nell’immediato puntiamo a valorizzare gli spazi con iniziative temporanee, come mercatini, piccole fiere, ma stiamo discutendo anche con la Regione per individuare formule specifiche – conclude – che favoriscano nuove aperture in quei luoghi”.

Subscribe
Notificami
guest
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
A.D.
A.D.
7 anni fa

Sicurezza,tasse sulle vetrine,costo parcheggi,decoro e poi qualità negozi e buona volontà delle amministrazioni e meno chiacchiere di troppi esperti