1 Luglio 2016

Ronde cinesi e raid a sfondo razziale, perquisizioni della polizia nei confronti del Cervo Bianco


Perquisizioni e nove indagati, in stato di libertà, per i reati di associazione a delinquere e atti violenti con finalità di odio razziale. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile pratese, sono state avviate nel 2015 ed hanno consentito di raccogliere indizi a carico di un gruppo criminale, composto da cittadini cinesi, esponenti dell’associazione culturale “La Città del Cervo Bianco”, i quali avrebbero commesso diverse aggressioni contro cittadini extracomunitari, prevalentemente di origine magrebina, ritenuti responsabili di reati predatori avvenuti contro orientali.

Il responsabile dell’associazione “La Città del Cervo Bianco” di Prato avrebbe messo in campo “indebite attività di vigilanza”, vere e proprie ronde in favore di connazionali, presidiando il territorio e “organizzando spedizioni” nei confronti di cittadini nordafricani, “anche estranei a scippi o rapine”.

 

Mazze da baseball e bastoni di ferro realizzati con tondini da edilizia rivestiti di nastro isolante sono stati sequestrati dagli uomini della polizia nel corso delle nove perquisizioni effettuate questa mattina a Prato, due delle quali nelle sedi dell’associazione ‘Cervo bianco’. Sette, invece, le perquisizioni effettuate contro altrettante persone che erano al vertice dell’associazione, le quali avrebbe organizzato veri e propri raid contro cittadini magrebini e rom accusati dai cinesi di compiere rapine nei confronti della comunità. Tra le accuse quella di associazione a delinquere con modalità razziali.

 

La procura di Prato indaga su 5-6 episodi di pestaggi avvenuti in centro dall’inizio dell’anno in altrettanti raid compiuti, al momento, da ignoti. Episodi particolarmente violenti: le vittime in alcuni casi sono state in prognosi riservata per lesioni al volto e alla testa. Tra gli indagati di oggi c’è anche Jacopo Hsiang, una delle persone arrestate il primo giugno per il giro di droga e prostituzione all’interno di circoli privati cinesi.

 

Alcuni degli indagati avrebbero partecipato anche alla rivolta di due giorni fa nei pressi di un capannone all’Osmannoro, nel Comune di Sesto Fiorentino (Firenze), che portò a scontri tra i manifestanti cinesi e le forze dell’ordine. Tra queste c’è anche Ye Jiandong, detto Jack o Adong, che secondo gli inquirenti sarebbe il “vero” referente dell’associazione Città del Cervo Bianco, presieduta da una sua connazionale risultata estranea all’inchiesta.

 

Secondo Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, i due pm titolari dell’inchiesta, sarebbe stato infatti proprio Jack ad autorizzare le ronde contro i cittadini nordafricani e i rom
accusati dalla comunità cinese di furti. Ye Jiandong è attualmente in regime di semilibertà in quanto sta scontando una condanna a 18 anni per omicidio. L’uomo, come detto, insieme ad alcuni degli altri indagati dalla procura di Prato, era presente
anche alla rivolta dei cinesi due giorni fa all’Osmannoro e ieri davanti al tribunale di Firensze e poi al consolato cinese. Per questo la procura della città laniera è in contatto con i colleghi di Firenze.

 

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bob
bob
7 anni fa

…d’altronde se le FFOO prendono i delinquenti MA LA GIUSTIZIA LI RILASCIA seduta stante anche se plurirecidivi… era ovvio che i cinesi si sarebbero rivolti a chi era in grado di “proteggerli”, cioè allo loro “mafia”…
colpa dello Stato troppo, troppo, troppo, troppo, troppo, troppo, troppo, troppo, troppo, troppo garantista verso i delinquenti.