Nasce un master per l’accoglienza dei profughi: lezioni al via il 14 novembre


L’accoglienza dei profughi non è più un’emergenza, ma una realtà stabile del nostro tempo: è necessario partire da questo assunto per comprendere le ragioni della nascita del master di I livello “Accoglienza ai migranti: normative, politiche di integrazione sociale e aspetti sanitari”, organizzato dall’Università di Firenze e dalla Fondazione Opera Santa Rita. L’obiettivo è quello di fornire una formazione più elevata, anche dal punto di vista legale e sociologico, alle figure che già operano nel settore e a coloro che vi si avvicinano. Si tratta di un corso biennale, rivolto a coloro che sono già in possesso della laurea di primo livello: le lezioni avranno luogo nella nuova sede dell’Opera S. Rita (in via Salita dei Cappuccini, 1) a partire dal 14 novembre e per l’ammissione si potrà inoltrare la domanda fino al 30 settembre. “L’università non può più rinchiudersi in una torre d’avorio e far finta che i problemi non ci siano – commenta Pietro Amedeo Modesti, professore di Medicina interna presso l’Università degli Studi di Firenze – e questo Master si immerge nei problemi, collaborando con chi già opera nel settore, come il Santa Rita”.

L’accoglienza non più come un’emergenza, ma nemmeno considerata come un problema: il pregiudizio secondo cui “i profughi rubano il lavoro agli italiani” viene negato dal numero sempre crescente di chi trova un impiego nel settore. “Sono una trentina le figure attive nella Cooperativa 22, che si occupa per l’Opera S. Rita dell’accoglienza ai profughi – riferisce Roberto Macrì, presidente della Fondazione Opera S. Rita -; l’accoglienza è oggi anche una risorsa lavorativa per tanti giovani”.

Il master, tra le altre cose, aiuterà gli operatori a far prendere coscienza agli immigrati dei loro diritti: una prevenzione, più che una cura, quindi, di fenomeni come il caporalato e lo sfruttamento non nuovi nemmeno in Toscana, che attualmente ospita circa 3000 richiedenti asilo (di cui 600 a Prato). “Il modello dell’accoglienza diffusa della regione Toscana ha funzionato bene – spiega Nicola Ciolini, consigliere regionale e membro della commissione Sanità e Politiche sociali – ma adesso i numeri sono tali da creare dei problemi in diverse città e Prato è una di queste”.

 

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Patrizia
Patrizia
7 anni fa

Non c’ e’ una sola parola sui doveri dei migranti

Stefano
Stefano
7 anni fa

Molti di noi, pensando a quei disgraziati che “vivono” ad Aleppo o in posti simili, aiuterebbero volentieri quelle persone bombardate, affamate e stremate.
Invece, molti di noi, pensano che dare indistinta accoglienza a tutti, anche a chi proviene da Paesi tranquilli, sia profondamente ingiusto e discriminatorio nei confronti di molti nostri connazionali che non se la passano meglio.