18 Settembre 2016

Piove dentro l’ospedale, l’acqua cade dal soffitto e l’ecografo va in tilt. Il personale avvisa con un cartello: “Non accendere! È bagnato”


Quando piove forte a Prato si allagano i sottopassi, molte strade e, purtroppo, l’ospedale. Il nubifragio che venerdì scorso, 16 settembre, si è abbattuto sulla città ha causato una infiltrazione d’acqua in alcuni reparti del Santo Stefano e inevitabili sono arrivati i disagi. Nell’area subintensiva la pioggia caduta dal soffitto ha mandato in tilt l’ecografo rendendolo inutilizzabile. Adesso la macchina si trova “parcheggiata” lungo il corridoio e sopra lo schermo il personale ha posto un cartello con una scritta informativa non priva di ironia: “Non accendere! L’ecografo si è bagnato (piovuto dal soffitto)”. Una specie di amaro telegramma messo in bella vista affinché pazienti, parenti in visita e personale ospedaliero possano rendersi conto della situazione.
Questa parte di ospedale, l’area ad alta intensità, non è nuova ad episodi del genere. Nell’ottobre del 2013, a una settimana dalla grande inaugurazione della struttura, la cerimonia di apertura fu rimandata di sette giorni proprio a causa di infiltrazioni e allagamenti. In particolare i quattro cortili interni, pensati per fornire aria e luce agli edifici ospedalieri, si riempirono d’acqua diventando inagibili.

 

 

Ma al Santo Stefano non è solo l’acqua che piove dal cielo e poi filtra dal soffitto a creare disagi. Anche quella che esce dal rubinetto della doccia può rendere la vita complicata a pazienti e infermieri. Non sappiamo per quale motivo, ma nei bagni delle camere dei degenti la zona doccia è priva di un “piatto”. Quindi l’acqua quando esce dal “telefono”, oltre allo scarico sul pavimento, non incontra nessun tipo di argine. Così, ogni volta che un degente si lava, il pavimento della camera si allaga. Ma tutti lo sanno e da tempo, personale ospedaliero in primis, che per correre ai ripari mette sempre un asciugamano alla base della porta per non far uscire l’acqua. Ci chiediamo: ma chi ha progettato il Santo Stefano e gli altri ospedali gemelli della Toscana non ce l’ha il bagno in casa?

 

 

L’ultimo capitolo sui disagi “climatici” riguarda il freddo. Anche d’estate. Il Santo Stefano è dotato di un moderno impianto di condizionamento centralizzato. Durante i mesi caldi dell’anno, tutto il giorno a tutte le ore, dai bocchettoni posti nelle camere e nei corridoi esce aria fredda. Un po’ di refrigerio per difendersi dalla calura è giusto, il problema però è che non è possibile alzare la temperatura, ma soprattutto l’aria non si può spegnere. L’impianto di climatizzazione o è accesso oppure è spento. Senza possibilità di gradazioni. E non sono poche le lamentele dei degenti per il freddo che sono costretti a subire, soprattutto in questi giorni dal sapore quasi autunnale. Senza contare il fatto che le finestre non possono essere aperte in autonomia, per farlo occorre l’ok degli infermieri.

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max2
max2
7 anni fa

A proposito del Santo Stefano e di chi lo ha progettato mi piacerebbe sapere se è in regola con i bagni che si trovano ad ogni piano nel vano scale lato opposto agli ascensori sono talmente piccoli con la porta che si apre verso l’interno che per uscire bisogna andare indietro a gambe larghe per non inciampare nel water. Se poi malauguratamente qualcuno si sente male se non sfondano una parete non lo tirano fuori perché non si puo aprire la porta. Con i soldi che hanno speso per fare quell’obbrobrio si faceva d’oro il Misericordia e dolce.

bob
bob
7 anni fa

@max2
…ingegneri… quelli laureati….