26 Novembre 2016

Gonfienti, la Regione stanzia tre milioni di euro e il Ministero dei Beni culturali darà vita al parco archeologico


In arrivo dalla Regione Toscana 3 milioni di euro per l’area archeologica di Gonfienti. Il finanziamento è inserito nell’ambito degli interventi e operazioni di salvaguardia e valorizzazione culturale previsti d’intesa con il Ministero dei Beni culturali, su proposta della vicepresidente e assessora alla cultura Monica Barni.

I soldi arriveranno in tre anni, a partire dal 2016 fino al 2018, a favore dell’area di Gonfienti, grande scoperta archeologica che testimonia la presenza degli Etruschi in questo territorio con una delle principali città etrusche dell’epoca arcaica.

Il provvedimento porterà all’acquisizione da parte del Ministero dell’area su cui insiste il sito archeologico e degli immobili funzionalmente ad esso collegati, in quanto strategici per l´attuazione delle attività di valorizzazione ed espositive. Tale passaggio garantisce in testa ad unico soggetto, il Ministero, la titolarità dell’area, adesso di proprietà della società Interporto e divisa tra i Comuni di Prato e Campi Bisenzio. Questa operazione è finalizzata alla realizzazione del parco archeologico di Gonfienti.

Nel maggio scorso tra il Ministero e la Regione Toscana fu siglato l’accordo di valorizzazione per la costituzione del Sistema Museale Regionale e per la valorizzazione e promozione dei beni culturali in Toscana. Come ha sottolineato la Vicepresidente Barni: “Con la firma dell’ulteriore documento di attuazione avvenuta ieri sera (25 novembre NdR) , si rinsalda la collaborazione fra Ministero e Regione per un’approccio integrato alla valorizzazione del patrimonio culturale e si definisce la comune strategia a favore dell’area archeologica di Gonfienti, parte integrante del Parco della Piana”.

Soddisfazione per la notizia è stata espressa dall’assessore alla cultura Simone Mangani: “È il primo vero passo verso il parco archeologico di Gonfienti, che dopo tanti anni di discussione sta per diventare realtà. Già dalla fine del 2014 auspicavamo l’intervento della Regione e del Ministero, perché il Comune, da solo, non avrebbe potuto tutelare e valorizzare quest’area. La presenza del Ministero è la tutela più grande e forte che ci possa essere”.

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