1 Marzo 2017

Raddoppio del Soccorso: ecco come cambiano la viabilità e il volto del quartiere FOTO


Prende forma il raddoppio della Declassata al Soccorso. Oggi è stato presentato ed adottato nella seduta congiunta delle commissioni urbanistica e mobilità il progetto per la nuova viabilità a raso e per il nuovo parco lineare.
Nella seduta del 9 marzo il progetto preliminare sarà discusso in consiglio comunale.
Alla seduta hanno preso parte anche due responsabili di Anas, il sindaco, l’assessore all’urbanistica Barberis e alcuni cittadini. Come noto l’opera costerà 31 milioni, 10 dei quali a carico del Comune, gli altri provenienti dallo Stato. 6 milioni di quota del Comune serviranno per realizzare la viabilità alternativa, che sarà utilizzata durante la chiusura della Declassata per la realizzazione del tunnel. Il progetto, curato dagli uffici tecnici del Comune, prevede che i 50mila veicoli che ogni giorno transitano dalla Declassata vengano dirottati sulla strada alternativa, costituita dalle attuali via Panziera e via Tasso e da un tratto nuovo che la collegherà al sottopasso di via Nenni. La strada sarà a doppio senso. Il lato opposto, quello di sinistra andando verso Firenze, diverrà invece un parco di 1 ettaro e mezzo. Parco e strada alternativa resteranno anche una volta terminato il tunnel. Per la viabilità alternativa i lavori dovrebbero partire tra novembre e dicembre e durare orientativamente fino a maggio del 2018. Sarà poi la volta del tunnel. Anas in commissione ha spiegato che il procedimento per il passaggio di competenza della Declassata ad Anas stessa è all’esame del consiglio superiore dei lavori pubblici e a breve sarà formalizzato. Il progetto per la realizzazione del tunnel è già cominciato. Il sottopasso sarà lungo circa 500 metri, con rampe di entrata ed uscita all’altezza di via Marx e via Nenni. Si stima che per costruirlo serviranno circa due anni. Per quanto riguarda la falda, da sempre ritenuto uno degli eventuali intoppi, Anas non è sembrata preoccupata. L’ente nazionale per le strade effettuerà comunque proprie rilevazioni. Lo scavo non dovrebbe andare oltre i sette metri di profondità, in quel punto attualmente la falda si trova a nove metri sotto il livello del suolo. Se la falda sarà un problema superabile come sembra, più concreto sarà il tema viabilità per evitare l’effetto paralisi. Gli uffici tecnici del Comune stanno studiando varie soluzioni.
Il cantiere potrebbe proseguire a step con la chiusura a fasi alterne di via Roma e via del Purgatorio e deviazioni in grado di alleggerire il traffico nella zona. Ma va considerato che durante la fase del cantiere, oltre a tutti i veicoli, circa 15mila camion transiteranno nella zona per il carico e scarico del materiale di scavo e probabilmente code e file saranno inevitabili.
“Diamo avvio alla più grande opera pubblica realizzata dal Comune di Prato nella storia della città, l’investimento più grande sul territorio dopo quello del nuovo ospedale – ha detto il sindaco – Questa è la scelta che abbiamo fatto per la città. Abbiamo mantenuto l’impegno che avevamo preso in campagna elettorale. Già quando ero consigliere di opposizione nella scorsa legislatura, insieme ai consiglieri Calussi e Carlesi, avevo più volte affermato che l’unico progetto che davvero avrebbe risolto il quarantennale problema del nodo del Soccorso era quello del sottopasso, l’unico che dava risposte concrete anche agli aspetti urbanistici, ambientali e sociali di questa porzione di territorio. Ci sono progetti più semplici, meno complessi da realizzare e meno costosi, ma anche molto meno efficaci. I viadotti? Non li fa più nessuno in Europa, sono sorpassati da decenni”.

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Filippo Santini
Filippo Santini
7 anni fa

Mentre se nel 2014 i cittadini pratesi avessero votato Roberto Cenni, a quest’ora ci sarebbe stata la sovraelevata, un’opera che sarebbe costata una cifra irrisoria rispetto al sottopasso, che non avrebbe avuto nessun rischio di allagamento in caso di forte pioggia e che sarebbe stata già pronta nel 2016.