Il georadar passa al setaccio le strade pratesi prima dell’arrivo della fibra ottica VIDEO


Qualcuno ha scambiato l’apparecchio per un tosaerba. A fugare il dubbio, ma non la curiosità dei passanti, la pettorina arancione dei due geologi in azione in questi giorni sulle strade di Prato. “Indagini georadar” la scritta che racconta il loro operato.

 

E’ la squadra che sta facendo la ricognizione dei sottoservizi al Soccorso e in altri quartieri della città, prima di procedere con gli scavi per la posa della fibra ottica a banda ultralarga per conto di Open Fiber. La società, compartecipata al 50% da Enel e Cassa depositi e prestiti, sta lavorando per portare in 67 mila immobili di Prato la tecnologia per allacciare direttamente la fibra alle singole utenze, compreso l’ultimo metro (FTTH, fiber to the gome). Due le centrali da cui la fibra sarà “irradiata”, collocate in viale Galilei e in via Zarini. Quest’ultima è in via di completamento e già nei prossimi mesi le prime 10 mila utenze potenziali potranno essere servite. Open Fiber è un fornitore dell’infrastruttura: la fibra sarà “venduta” alle aziende di telefonia e servizi, che si rivolgeranno ai clienti finali.
Il georadar, utilizzato anche per indagini archeologiche e geologiche, è un apparecchio che serve a fare una scansione dei servizi presenti sotto il manto stradale, come tubi dell’acquedotto e del gas, in modo da evitare danneggiamenti durante le operazioni di scavo, come avvenuto alcune volte in passato in città (guarda il video di una scuola evacuata dopo che un escavatore tranciò un tubo del gas nel novembre 2012).
Prima di azionare il georadar, sull’asfalto vengono segnati dei riferimenti a terra per avere presenti le quote progressive. Poi si procede con la scansione. E il georadar va a caccia di tubazioni, ma anche di cavità.

 

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