19 Marzo 2020

Covid, la Regione fa sua l’idea dei cinesi di Prato (scartata un mese e mezzo fa): 2000 posti in hotel per i positivi lievi e personale medico


Isolamento e autoquarantena rigorosa, studenti tenuti a casa prima della chiusura delle scuole, mascherine indossate da due mesi, ed ora anche alberghi utilizzati per fronteggiare l’epidemia coronavirus. I cinesi di Prato, consapevoli della situazione in patria, hanno precorso tutti gli accorgimenti e le misure di prevenzione poi adottate dalle istituzioni, governo italiano in primis. L’ultima iniziativa, come detto, è la sistemazione negli alberghi delle persone e del personale medico risultati positivi al virus ma asintomatici, come pure medici e infermieri, pur negativi, che per maggior tutela dei familiari con cui vivono, visto il contatto ripetuto con i malati, è opportuno che se ne stiano isolati. La decisione è della Regione Toscana, che oggi comunicherà alle Asl l’elenco delle strutture alberghiere con cui è stata stretta convenzione, per un totale di 2000 posti. Si tratta di alberghi e agriturismo che potranno essere utilizzati per pazienti con lievi e pochi sintomi e che non abbiano necessità di essere ricoverati, appena positivizzati, oppure dimessi dall’ospedale in condizioni stabili ma ancora positivi.

Una proposta simile era stata fatta dalla comunità cinese di Prato un mese e mezzo fa e respinta dalle istituzioni, Asl Toscana Centro e Comune. In particolare, in un momento in cui centinaia di cittadini orientali di Prato si apprestavano a tornare dalla Cina, la comunità aveva proposto di adibire un albergo della città a struttura per una quarantena volontaria dei connazionali rientrati da Wenzhou. Proposta che lo scorso 4 febbraio Renzo Berti, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Toscana centro – aveva definito senza mezzi termini irrealizzabile: “Ci è arrivata all’orecchio questa richiesta, ma scoraggeremo qualsiasi iniziativa di tal genere che organizzi isolamenti ‘fai da te’. Le quarantene si fanno se ce n’è bisogno e nei luoghi deputati” aveva detto (leggi l’articolo).

Adesso, a un mese e mezzo di distanza e con oltre mille cittadini toscani positivi al Covid, è la stessa Regione a mettere in campo la soluzione degli alberghi. 

“Ci siamo mossi per garantire anzitutto la maggior sicurezza possibile ai cittadini – spiega il presidente Enrico Rossi – Se uno deve starsene isolato, è meglio così che tornarsene a casa assieme alla famiglia. Libereremo in questo modo anche posti in ospedale. E grande è stata la disponibilità offerta dalle associazioni degli albergatori e dalle categorie che rappresentano gli agriturismi”.

L’intesa prevede una tariffa unica, vuoto per pieno, per qualsiasi tipo di struttura, frutto di una media della varie situazioni presenti sul territorio. Spetterà alle Asl mettersi in contatto con gli albergatori disponibili (mentre le aziende ospedaliere si dovranno rapportare con le Asl) e si potranno utilizzare anche strutture che non siano ricomprese nell’elenco che sarà fornito dalla Regione. Naturalmente sono previsti requisiti minimi da garantire, per tutte.

Ogni camera dovrà avere televisore digitale terrestre e wifi ad esempio, riscaldamento, bollitore ed asciugacapelli e servizio di reception e vigilanza ventiquattro ore su ventiquattro per garantire il passaggio di fornitori e personale sanitario, impedendo altresì l’accesso ai non autorizzati. Nelle strutture non si potranno ricevere visite e negli spazi comuni dovranno essere garantite le regole tese ad evitare affollamenti. Prima della consegna tutti i locali saranno dalle Asl sanificati, così come ogni volta che mutassero gli ospiti. Il prezzo fissato è di 30,90 euro a stanza, Iva esclusa.

Saranno le Asl a fornire coperte e lenzuola (cambiate ogni sette giorni) ed asciugamani (sostituiti ogni due). Ugualmente sarà la Asl a garantire a proprie spese agli ospiti carta igienica, bagno schiuma e shampoo, colazione, pranzo e cena.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments