10 Novembre 2020

Produzione industriale a Prato: -16,7% nel terzo trimestre 2020. Marini: “La moda è il grande malato del manifatturiero ai tempi del Covid”


La produzione industriale pratese fa registrare un -16,7% nel terzo trimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Continua dunque a farsi sentire la crisi innescata dalla pandemia, dopo il -11,6% del primo trimestre e il -33,9% del secondo trimestre 2020, quest’ultimo caratterizzato dalla chiusura forzata delle aziende per oltre un mese. A pesare è ovviamente la contrazione del settore moda che nel terzo trimestre di quest’anno nel distretto pratese fa segnare un -19,1% di produzione industriale. 

“Prato sta pagando duramente gli effetti della pandemia soprattutto a causa dell’altissima concentrazione nel territorio di aziende del settore moda, il più penalizzato del manifatturiero dagli effetti della pandemia – afferma il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini -. Il tessile a livello di distretto segna nel 3° trimestre -17,8% rispetto allo stesso periodo del 2019: un risultato certo meno drammatico del -37,4% del 2° trimestre, quello del lockdown, ma comunque una prestazione fortemente negativa e preoccupante, considerato che l’attività aziendale era stata riavviata. Ora le nostre aziende sono aperte, ma i mercati sono stagnanti ed è prevedibile che tali rimarranno ancora per dei mesi: le restrizioni di legge e le limitazioni di fatto alla socialità, ai contatti e agli spostamenti delle persone deprimono, nei mercati sia interno che internazionale, la domanda di prodotti di abbigliamento, con effetti su tutta la filiera. Non sfugge a queste dinamiche nemmeno il meccanotessile, che a Prato perde nel trimestre il 18,5%. Confindustria Moda ha parlato, nei giorni scorsi, di -27,5% nel trimestre per il fashion italiano nel suo complesso e di una previsione di perdita nel 2020 di 29 miliardi di euro. La moda è davvero il ‘grande malato’ del manifatturiero italiano ai tempi del covid. Prato, che è un unicum per concentrazione del settore, è di conseguenza anche un unicum nella crisi dovuta al covid: durante il lockdown eravamo la provincia più chiusa d’Italia, adesso siamo quella con il manifatturiero in maggior difficoltà. Questa peculiarità negativa del nostro territorio deve essere oggetto di attenzione da parte delle istituzioni. Come Confindustria Toscana Nord in generale e come sezione Sistema moda stiamo lavorando in questi giorni per elaborare proposte che valorizzino quello che non è venuto meno: la voglia delle imprese di investire e rilanciarsi, lavorando su riorganizzazione, innovazione, internazionalizzazione, sostenibilità. Quando la tempesta sarà passata gli imprenditori di Prato ci saranno, vorranno rimettersi in piedi ed essere aiutati a farlo”.

Per quanto riguarda tutte le aree di riferimento di Confindustria Toscana Nord, la diversa distribuzione dei vari settori nei territori di Lucca, Pistoia e Prato ha effetti molto spiccati sulle prestazioni produttive complessive delle imprese manifatturiere delle tre province.
L’indagine congiunturale del Centro studi di Confindustria Toscana Nord evidenzia per il 3° trimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, una perdita sensibile per Lucca (-4,4%), più consistente per Pistoia (-8,9%), forte per Prato (-16,7%). Il – 9,2% che rappresenta il risultato complessivo per i tre territori scaturisce quindi da situazioni diverse legate a loro volta alla netta differenziazione fra tipologie merceologiche. Se l’alimentare segna +6,6% e la chimica-plastica-farmaceutica +1%, tutti gli altri macrosettori si collocano in territorio negativo, ma con accentuazioni differenti: dal -5,7% della carta e cartotecnica si passa al -7,2% della metalmeccanica e al -8,7% del mobile, fino al settore del manifatturiero italiano più penalizzato dal covid, la moda, che segna -19,1% .

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