2 Marzo 2022

Il “Buco” di Moore ha bisogno di restauro, il Comune: “Interverremo prima del 2024”

L'ultimo restauro risale a 10 anni fa. L'assessore Bosi assicura un nuovo intervento prima del cinquantenario della collocazione dell'opera in piazza San Marco, avvenuta nel 1974


Il “Buco” ha perso il bianco. I marmi della “Forma squadrata con taglio”, la scultura di Henry Moore di piazza San Marco, aggrediti dallo smog delle auto, sono visibilmente anneriti. Dieci anni fa l’ultimo restauro restituì l’originale candore all’opera, installata nel 1974 e divenuta un monumento simbolo della città. Da allora (nella foto un collage: nella parte sotto un’immagine del 2012, dopo il restauro; nella parte sopra un’immagine di oggi) l’inquinamento ambientale a cui la scultura è sottoposta, in uno degli snodi del traffico a ridosso del centro, rende necessario un nuovo intervento, che è allo studio del Comune di Prato.

“Vorremmo pulire e restaurare l’opera in modo che sia pronta per il 2024, quando ricorrerà il cinquantenario dalla sua collocazione in piazza San Marco, ma speriamo di poter intervenire prima” – afferma l’assessore al patrimonio del Comune di Prato Gabriele Bosi, che conta di poter inserire il finanziamento del restauro del “Buco” di Moore nel prossimo bilancio: “E’ lo strumento di riferimento per questo tipo di lavori ed è in corso di definizione, così come la programmazione triennale del restauro di altri monumenti. In questi anni abbiamo eseguito interventi di restauro e messa in sicurezza delle mura storiche e con il finanziamento di Publiacqua è programmato il restauro di tre fontane attraverso lo strumento dell’Art Bonus”.

 

Dieci anni fa il restauro della Forma squadrata con taglio costò 60.000 euro, di cui la metà a carico del Comune e l’altra metà coperta grazie al contributo del Collegio dei Geometri di Prato e di aziende sponsor. Ad eseguirlo fu la Piacenti Spa, il cui amministratore Giammarco Piacenti spiega la tipologia di intervento e i problemi di cui può soffrire il monumento: “Alcuni sono derivanti dal prato circostante: quando si taglia l’erba, i residui degli sfalci si depositano sulla base della scultura agevolando la flora biologica che può intaccare i marmi. Per il resto il percolare dell’acqua va a modellare le macchie nere che si possono vedere e che sono dovute alle polveri di combustione immesse dai veicoli. Oltre alla pulitura della superficie, in questo tipo di restauri, occorre ricontrollare la stuccatura dei precedenti interventi di restauro: il passaggio degli autobus o dei mezzi pesanti nella piazza genera delle vibrazioni che possono provocare delle piccole crepe nei marmi. E’ importante intervenire perchè nella stagione invernale nelle crepe potrebbe infiltrarsi acqua e ghiaccio, che può far muovere i conci. Per il resto – continua Piacenti – nell’intervento di restauro del 2012 avevamo notato un leggero consumo in alcuni punti della superficie di marmo, un arabescato del Corchia bellissimo, che per sua natura è composto di parti più morbide, le quali negli anni si sono leggermente assottigliate. Ma si tratta di un’opera che per la sua stessa forma è particolarmente solida e che ha trovato una collocazione straordinaria, dove sorgeva la trecentesca Porta fiorentina delle mura”.

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Emanuele
Emanuele
2 anni fa

Ho partecipato all’ultimo restauro del 2012, il problema di quel monumento è l’incredibile inquinamento in cui si trova…ricordiamoci che quelle polveri di deposito ce le respiriamo anche noi. Sono passati solamente 10 anni!!!!