9 Febbraio 2023

Chiusura dello stabilimento Gegè, decine di posti di lavoro a rischio

Cgil e Cisl: “Inammissibile. Non può finire così”. Il Pd si dice pronto a mobilitarsi con i sindacati


La Gegè di Casale, che gestisce lo stabilimento di Prato di Italpizza, il 12 febbraio chiuderà i battenti, con il conseguente rischio della perdita di lavoro dei dipendenti. Flai Cgil e Fai Cisl non ci stanno, dopo l’esito negativo dell’incontro in Regione con Gegè-ItalpIzza che ha confermato la chiusura dello stabilimento pratese. “E’ inammissibile e inaccettabile – dicono all’unisono Silvia Ghilardi (Flai Cgil Pistoia-Prato) e Andrea Piccini (Fai Cisl Firenze-Prato) – la chiusura fissata per il 12 febbraio. Tante promesse, tanti discorsi, con Italpizza che inizialmente, per nome del suo presidente, forniva pubblicamente sulla stampa locale rassicurazioni, tante, su continuità produttiva e investimenti. Ma la storia non sta andando così per i 65 dipendenti che operano a Prato”.

All’origine della situazione c’è il fallimento della Nuova Foofd Italia, subentrata a sua volta alla Compagnia Italia Alimentare. Un intreccio di situazioni problematiche, che sembrava risolto con l’ingresso del gruppo Italpizza. “Così non è stato – proseguono i sindacalisti – . Ogni tentativo di proseguire con l’affitto non è andato a buon fine, anche per volontà di Italpizza. Dal momento che ci sono società interessate al sito produttivo di Prato, Italpizza, a questo punto, non può voltare le spalle ai lavoratori e lavarsene le mani, deve invece contribuire per facilitate il percorso di una possibile reindustrializzazione del sito produttivo, considerato che le istituzioni si sono già attivate con il curatore per trovare soluzioni che garantiscano la continuità produttiva”.

Sulla vicenda sono intervenuti anche i due deputati toscani del Pd Emiliano Fossi e Marco Furfaro: “I lavoratori non sono numeri, non si può chiudere un’azienda dalla mattina alla sera: 80 dipendenti perderanno il posto, non bisogna mai dimenticare che dietro ad ogni lavoratore c’è una famiglia. Devono essere attivati tutti gli strumenti di sostegno economico e sociale per i lavoratori, ammortizzatori sociali in primis – dicono Fossi e Furfaro -. Ma è fondamentale ribadire che il lavoro non può essere ridotto a mero business. Chiediamo all’azienda un minimo di quella responsabilità sociale prevista dalla Costituzione: non si può abbandonare un sito industriale dicendo in sostanza ‘arrivederci e nemmeno grazie’. Il Pd  deve stare dalla parte dei lavoratori e dei sindacati senza se e senza. Siamo pronti ad andare in piazza per riaffermare un principio sacrosanto”.

Il Partito democratico si dice pronto a mobilitarsi con i sindacati in difesa dei lavoratori: “Basta giochetti per perdere tempo e cercare giustificazioni – dice il responsabile lavoro del Pd Aksel Fazio – Quei lavoratori e quelle lavoratrici non possono essere trattati così e non possiamo lasciare loro le loro famiglie in queste condizioni. Devono essere attivati tutti gli strumenti di sostegno economico e sociale, ammortizzatori sociali in primis. Come Pd ci stiamo confrontando con i sindacati e con quei lavoratori per approfondire al meglio la situazione, e supporteremo la loro azione. Serve una grande mobilitazione, che la cittadinanza lo riconosca come un problema collettivo e che si lotti insieme”. Il segretario provinciale del Pd Marco Biagioni aggiunge che “È necessario che l’azienda abbia una maggior responsabilità sociale e che cambi il modo di legare il rapporto tra le persone il lavoro le imprese e un territorio, non è possibile lasciare un sito industriale depresso e svuotato”.
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