Donatello, sensazionale scoperta: trovato l’atto di donazione della casa di Figline di Prato al nipote Giovanni

Ne dà notizia l'Archivio di Stato di Firenze. Individuata anche l'abitazione, che sarà svelata in occasione di una prossima presentazione pubblica

La ricerca, avviata dal direttore di Tv Prato Gianni Rossi, aveva trovato conferma della proprietà della casa in una antica carta catastale. Ora la funzionaria Silvia Sinibaldi ha scoperto il documento con il quale il grande scultore trasferiva, dopo la sua morte, al figlio di una sorella, una casa ad uso mulino, con annessi pezzo di terra e bosco

Testamento o donazione? Il mistero della casa di Donatello a Figline di Prato ora è stato svelato: il grande scultore, che possedeva una casa ad uso mulino, con annessi pezzo di terra e bosco, nel borgo ai piedi del Monteferrato, decise di donarlo in vita, con effetti “post mortem” al nipote Giovanni Lorini. L’atto di donazione è stato miracolosamente scoperto all’Archivio di Stato di Firenze dalla funzionaria Silvia Sinibaldi.

Quando a settembre demmo la notizia che una ricerca storica condotta da Tv Prato aveva trovato la conferma che il grande scultore fu proprietario di una casa a Figline di Prato, non era stato ancora possibile rintracciare nelle sterminate filze dell’Archivio fiorentino – ammesso che fosse stato conservato – il documento delle ultime volontà di Donatello, relative all’unico suo bene posseduto: quel piccolo podere nel borgo del Pratese. Ora, dopo mesi di ricerche impegnative e appassionate, la carta tanto ricercata è stata trovata. La notizia viene anticipata dall’Archivio fiorentino annunciando la prossima pubblicazione di un ampio articolo sulla rivista «Paragone Arte», dal titolo “Il presunto testamento di Donatello: una donazione inter vivos”, a firma di Silvia Sinibaldi e Simone Sartini. Il saggio si basa, appunto, sulla scoperta, effettuata presso l’Archivio di Stato di Firenze, di un atto inedito di donazione, datato 1460, tra Donatello e Giovanni di Buonaiuto Lorini Cavalloni.
Donatello decise di donare a Giovanni, farsettaio del popolo di S. Niccolò di Firenze, la proprietà posta nel borgo di Figline di Prato, con validità a decorrere dalla morte del donatore. Nell’atto Donatello nominava inoltre il detto Giovanni suo procuratore, anche dopo la morte.
A seguito di un’approfondita ricerca nei fondi araldici e genealogici dell’Archivio di Stato fiorentino è stato possibile ricostruire il tipo di relazione parentale che intercorreva tra Donatello e Giovanni: quest’ultimo si è rivelato figlio di una sorella maggiore del maestro.
La famiglia di Giovanni, i Lorini poi Cavalloni, deteneva il patronato di una cappella della chiesa di S. Niccolò Oltrarno, in Firenze, detta “del Crocifisso” per la presenza di un Crocifisso ligneo attribuito a Michelozzo: l’articolo ricostruisce, per grandi linee, anche il dibattito sulla attribuzione di quest’opera, ponendola in relazione con le scoperte genealogiche sopra citate.
Il comunicato dell’Archivio di Stato annuncia anche l’individuazione della casa di Donatello a Figline, sulla quale, in base alle nostre iniziali ricerche, erano state fatte delle ipotesi: ne verrà però data notizia in occasione di una presentazione pubblica nel prossimo autunno.
Che Donatello possedesse una casa a Figline non era notizia inedita ma conferme non ne erano mai state trovate. La ricerca condotta da Tv Prato nell’estate scorsa aveva portato ad individuare una carta catastale del 1458 che ne attestava la proprietà. Si deve proprio a Silvia Sinibaldi, funzionaria archivista di Firenze, la scoperta del documento. Con una passione da “detective” della storia, Sinibaldi è poi riuscita a risalire all’atto di donazione che il grande artista volle per il nipote Giovanni.

Il direttore di Tv Prato Gianni Rossi, che aveva dato “il là” al ritrovamento, ha scritto un articolo sull’ultimo di Prato storia e arte, che approfondisce la notizia pubblicata in occasione della festa dell’8 settembre 2022, quando la nostra emittente aveva realizzato anche un breve docu.

 

Nella foto, la funzionaria archivista Silvia Sinibaldi con il direttore di Tv Prato Gianni Rossi

 

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