29 Agosto 2023

Bilancio in rosso e il Pecci licenzia due dipendenti, sindacati pronti alla battaglia

I vertici della Fondazione tagliano il personale da 18 a 16 dipendenti dopo la perdita di 300.000 euro del 2022: scoppia la polemica politica


Due licenziamenti in tronco al Pecci. La notizia è riferita da Cgil e Uil, che chiedono la revoca dei provvedimenti e preannunciano una dura battaglia sindacale. Uno dei due licenziamenti è stato notificato ieri, 28 agosto; l’altro sarebbe imminente. Entrambi riguardano persone che lavorano al Pecci da anni e non figurano tra i quadri. La riduzione del personale, da 18 a 16 dipendenti, è motivata con la necessità di ridurre i costi, a seguito dell’aumento dei costi energetici e della riduzione dei contributi pubblici alla Fondazione del Centro Pecci, da parte di Regione e Comune. Il bilancio 2022, come riportato a luglio scorso dal presidente Lorenzo Bini Smaghi alla commissione comunale controllo e garanzia, si è chiuso con 333.000 euro di perdita. “Il 31 luglio scorso abbiamo incontrato i vertici del Pecci e ci hanno rassicurato che i conti in rosso non avrebbero avuto ripercussioni sul personale” afferma Alessio Bettini della Funzione Pubblica Cgil, che assieme a Patrizia Pini della Uil Fpl denuncia il mancato rispetto delle corrette relazioni sindacali. “Non è stata rispettata la procedura che per le riorganizzazioni aziendali, secondo il contratto nazionale Federcultura, prevede il confronto preventivo con le organizzazioni sindacali” aggiunge Bettini. “Sempre nell’incontro di fine luglio – prosegue il sindacalista – avevamo chiesto un nuovo confronto per monitorare la situazione e l’andamento del bilancio 2023. Soltanto nei giorni scorsi ci è giunta una proposta di convocazione per il 28 agosto, senza motivazione, che abbiamo chiesto di posticipare. E proprio ieri sono arrivati i licenziamenti. Tra l’altro nell’ultimo anno sono state attivate nuove collaborazioni a partita iva e tirocini, forme di lavoro precario, che testimoniano come di lavoro e servizi al Pecci ci sia bisogno”.
“Non comprendiamo come una Fondazione quale il Pecci che dovrebbe promuovere la cultura non rispetti le relazioni sindacali e tratti con una simile leggerezza un tema drammatico come la perdita del lavoro” – afferma Patrizia Pini, che aggiunge: “Ci siamo subito attivato con le istuizioni locali e chiediamo l’intervento di Comune e Regione per scongiurare questo scenario e ottenere la revoca dei licenziamenti”.

La posizione del Centro Pecci 

In una nota stampa, la Fondazione Arti Contemporanee in Toscana, che gestisce il Pecci, motiva così i due licenziamenti, nell’ottica di una “revisione delle attività e delle risorse” atta a “garantire la sostenibilità a lungo termine del Centro”. Di seguito la comunicazione integrale della Fondazione: “Negli ultimi anni, il Centro si è trovato a dover affrontare sfide senza precedenti che hanno coinvolto il territorio. Per questa ragione, nei mesi recenti, abbiamo avviato un processo di attenta valutazione che ha portato a una revisione delle attività e delle risorse. Abbiamo cercato di bilanciare la nostra responsabilità nei confronti di chi è dipendente di Fondazione Arti Contemporanee in Toscana con la necessità di garantire la sostenibilità a lungo termine del Centro. Siamo consci dell’impatto che questo decisione ha sulle vite di chi lavorava qui e sul team nel suo complesso, vogliamo però garantire che abbiamo agito con la massima considerazione per il benessere delle persone e per il futuro della Fondazione nel suo insieme, tenendo aggiornati nelle scorse settimane gli interlocutori istituzionali e le sigle sindacali. Comprendiamo le preoccupazioni e i dubbi di tutti ma riconosciamo – e abbiamo riconosciuto personalmente e con grande rispetto – l’impegno e il contributo che queste persone hanno fornito al Centro. Vogliamo garantire anche la massima trasparenza e rimaniamo a disposizione anche delle rappresentanze sindacali per dare tutti gli approfondimenti del caso”.

 

Opposizione all’attacco

Sul caso Pecci interviene l’opposizione. Il presidente della commissione controllo e garanzia Leonardo Soldi, oltre che per le sorti dei lavoratori, esprime preoccupazione anche riguardo alla integrità e trasparenza delle informazioni fornite alle istituzioni. “Solo poche settimane fa, durante una seduta ad hoc della Commissione Controllo e Garanzia, eravamo stati rassicurati sullo stato dei conti dalla presidenza di Lorenzo Bini Smaghi. Adesso emergono dettagli che contraddicono quelle assicurazioni, un fatto assai grave” scrive il capogruppo del Centrodestra, che a seguito dei licenziamenti, preannuncia la convocazione d’urgenza di una nuova sessione della Commissione di Controllo e Garanzia. “Si rende necessario anticipare il nostro incontro post-estivo, già programmato in autunno per discutere sull’esito dell’accordo stragiudiziale del caso Perrella. Richiedo pertanto di nuovo la presenza del presidente Bini Smaghi per affrontare non solo quella situazione, ma anche questi nuovi eventi”. Soldi sottolinea la “totale assenza del sindaco Matteo Biffoni su questi temi” e “l’indifferenza della Regione Toscana e del consigliere regionale Ilaria Bugetti, unica rappresentante pratese in quel consesso”.

Tranciante il commento di Daniele Spada, segretario provinciale della Lega e capogruppo in Comune del Carroccio: “Il Pecci è un disastro. Più che realizzare una struttura ad astronave, sarebbe stato più opportuno scavare e farne una a pozzo, perché questo è stato e, purtroppo, continua ad essere il Museo Pecci: un pozzo senza fondo di denaro pubblico, con un miserrimo ritorno in termini di presenze. Gestioni e cda che si dimostrano ogni volta peggiori delle precedenti, chi ha iniziativa e proposte, allontanato. Un presidente illustre, annunciato in pompa magna qualche anno fa, che ha portato in dote più cognomi che visitatori. Oggi si annunciano anche licenziamenti”.
Spada preannuncia un accesso agli atti per capire meglio la situazione economica del Pecci. “Fino a poco tempo fa veniva annunciata come soddisfacente: cosa è cambiato? E non c’era la possibilità di tagliare collaborazioni o altre spese prima di licenziare del personale?” si chiede Spada.

“Bini Smaghi insiste nel dire che ha tenuto tutti a bordo, dal Comune di Prato alla Regione Toscana. Il sindaco Biffoni e l’assessore Mangani dichiarano di essere all’oscuro delle manovre in corso. È evidente che qualcuno sta mentendo, e questa è una situazione grave e inaccettabile. È una situazione che va oltre il grave, una messa in scena che gioca sul futuro dei lavoratori e sulle casse della città” ha aggiunto il consigliere del gruppo Centrodestra Claudiu Stanasel.

 

Il Comune chiede chiarimenti al Cda e l’apertura del tavolo di crisi

“Pur nel rispetto dei ruoli, è evidente che presidente e consiglio di amministrazione devono dare spiegazioni per i due licenziamenti a cui si è proceduto senza un confronto aperto con le rappresentanze sindacali”. Il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore alla Cultura Simone Mangani intervengono così sulla vicenda delle lettere di licenziamento per due dipendenti del Centro Pecci: “Domani ci sarà la conferenza stampa dei sindacati, è evidente che si deve ripartire da un tavolo di confronto e che la decisione più grave che un CDA possa prendere, la più gravida di conseguenze, ovvero il taglio del personale, non è stato condiviso con i Soci. Comune e Regione si sono sempre fortemente interessati al Centro Pecci sotto ogni profilo, compreso quello del personale, così come sul fronte del sostegno finanziario al museo. La gestione spetta al CDA, peraltro in prorogatio, al suo presidente e al direttore, a loro spetta di spiegare un fatto compiuto. Adesso è necessario intraprendere una trattativa con i sindacati per trovare una soluzione condivisa. Partendo da un dato: nessuna opzione può essere esclusa”.

Bugetti: «Licenziamenti in tronco è fatto grave. Adesso serva una trattativa a tutela dei lavoratori»

Sulla vicenda interviene anche Ilaria Bugetti, consigliera regionale Pd e presidente della Commissione sviluppo economico:«Dei licenziamenti avvenuti in tronco al Centro Pecci sono stata informata dai sindacati e dall’amministrazione comunale – spiega Bugetti -. Ho provveduto fin da subito ad informare il presidente della Regione, Eugenio Giani, affinché possa esserci massima attenzione su questa inaspettata situazione. Quanto accaduto è un fatto grave e tanto più irricevibile poiché avviene in una fase di prorogatio dei suoi rappresentant”. Secondo Bugetti è necessario che il cda attivi al più presto un tavolo con i sindacati per giungere ad una soluzione condivisa sulla vicenda. “Sul futuro del Pecci – aggiunge la consigliera regionale – serve avviare una riflessione ampia e approfondita: che sappia rispondere e accogliere le prospettive di un’istituzione culturale di grande prestigio per Prato e la Toscana. La Regione e il Comune non hanno mai fatto mancare il loro sostegno all’ente. Nonostante le difficoltà di bilancio che come Regione ci hanno costretto a tagliare i contributi a vari enti, il Pecci è quello che ha subito le conseguenze minori. Indice dell’attenzione che la Regione ha verso questo museo. Ora salvaguardare il futuro dei lavoratori rappresenta una priorità su cui serve l’impegno e il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti».

 

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