Piano personale Asl, nel prossimo triennio previsto il taglio di 300 dipendenti. La Cisl: “Molto preoccupati per la tenuta dei servizi”

La Asl Toscana Centro ha prospettato le misure per recuperare 14 milioni di euro. Il sindacato: "Così non si risolvono i seri problemi della sanità toscana"


Tra contratti non rinnovati e pensionamenti non “sostituiti”, la Asl Toscana Centro ha intenzione di tagliare 300 lavoratori nel prossimo triennio, per un risparmio di spesa atteso di 14 milioni di euro. Lo rende noto la Cisl Firenze-Prato, nel giorno in cui il presidente della Regione Eugenio Giani, in visita al Santo Stefano, ha annunciato un piano di tagli agli sprechi alle spese non sanitarie delle Asl, ma anche la prosecuzione degli investimenti sulle case di comunità per alleggerire la pressione sugli ospedali. La Cisl si chiede con quale personale si farà fronte alle nuove strutture territoriali e parla di una sanità toscana che ha “seri problemi ormai sotto gli occhi di tutti”, e che soffre di una gestione “poco oculata e ancor meno lungimirante”.

“Ieri, ci sono stati presentati dalla Asl Toscana Centro i dati relativi al PTFP (Piano Triennale di Fabbisogno di Personale) e i dati sono preoccupanti – spiega Massimo Cataldo, segretario della Funzione Pubblica della Cisl Firenze Prato -. Si parla di tagli per quasi 300 lavoratori da effettuare entro i prossimi tre anni, questo conferma la volontà di continuare a praticare tagli sulla sanità pubblica della Toscana. Al momento non abbiamo ancora contezza sulle ricadute sui vari territori e ne sulle professioni (questa operazione pare non fare sconti a nessuno, coinvolgendo infermieri, ostetriche, oss, personale tecnico sanitario, amministrativo e la dirigenza, sia medica che delle altre professioni) per un risparmio economico di circa 14 milioni di euro nel triennio, se questo è l’orientamento, la nostra preoccupazione è anche per le altre aziende del nostro territorio, tra cui Meyer e Careggi in primis”.

Il sindacato sottolinea l’ingolfamento delle strutture ospedaliere, tra Covid e picco influenzale, nel periodo delle festività natalizie e si chiede con quale personale far fronte, ad esempio, alla riapertura di alcuni posti letto, visti gli afflussi.
Carichi di lavoro crescenti, turni extra da coprire, condizioni di lavoro sempre più difficili stanno facendo crescere le fughe del personale dal sistema pubblico. “Facendo una riflessione sullo stato dell’arte nei territori di competenza della Cisl Fp Frenze-Prato – scrive il sindacato – salta all’occhio come negli ultimi mesi sempre più professionisti della salute abbiano deciso di abbandonare il pubblico impiego per dirottarsi verso altre proposte lavorative, anche in settori diversi dalla sanità”.

“Anche sotto il profilo motivazionale – prosegue Massimo Cataldo – il 2023 non ha convinto molto il il sindacato, le continue aggressioni e la mancanza da un lato di una strategia seria per debellarle e dall’altro di una tutela vera e seria che pensi al lavoratore anziché all’immagine delle aziende, ha portato la CISL FP Firenze Prato all’apertura di un proprio sportello anti aggressioni, con la disponibilità del patrocinio legale, cosa che – da sempre – riteniamo debba essere prerogativa delle aziende e non del singolo operatore”.

Anche sotto il profilo degli incentivi, secondo il sindacato, la Regione Toscana e le Asl hanno lasciato a desiderare. “Non solo l’aumento dell’Irpef (praticato dalla Regione Toscana) ha provocato, come era prevedibile, un forte malumore, ma anche il mancato pagamento in un’unica soluzione, nella mensilità di Dicembre, dell’anticipo dell’indennità dovuta alla mancanza del rinnovo del contratto – ormai scaduto dal 2021, è stato motivo di forti malumori da parte del personale della sanità e se a questo ci aggiungiamo che contestualmente il Direttore della Sanità Toscana si è visto incrementare, proprio a partire dal mese di Dicembre, lo stipendio, siamo curiosi – conclude il segretario CISL- di capire come si può curare un malato solamente usando come medicine un pò di brodo e una coperta corta? Siamo convinti – conclude Massimo Cataldo – che il 2024 sarà un anno molto caldo”.

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