21 Febbraio 2024

Frode fiscale nella vendita di auto di lusso: tre arresti e sequestri per oltre un milione di euro

Una maxi operazione condotta tra Italia e Germania a cui ha contribuito in modo importante la Guardia di Finanza di Prato


Un’ingente frode fiscale nel commercio di autoveicoli di lusso è stata scoperta nell’ambito di un’articolata operazione a cui ha preso parte la Guardia di Finanza di Prato, sotto il coordinamento della Procura europea, gli uffici tedeschi di Colonia e Monaco e quello di Bologna. Sono state eseguite oltre 130 perquisizioni tra Italia e Germania, che hanno portato al sequestro di più di un milione di euro giacente in conti correnti tedeschi e 35 autovetture di lusso e all’arresto di tre persone.
Le attività investigative condotte dai finanzieri del Gruppo di Prato hanno fornito un importante supporto nel portare alla luce un’organizzazione che si avvaleva di aziende tedesche per vendere in modo fraudolento automobili – sia usate che nuove – dalla Germania ad altri Stati europei, utilizzando una frode cosiddetta “carosello” sull’IVA intracomunitaria, sfruttando le norme dell’UE sulle cessioni transfrontaliere tra suoi Stati membri. In sostanza, gli indagati avrebbero acquistato veicoli su larga scala da vari concessionari di automobili tedeschi, per poi utilizzare una rete di società di comodo e fatture false per simulare la vendita dei veicoli ad altri Stati membri, al fine di eludere il pagamento dell’IVA.
Le società di comodo italiane sono state registrate a prestanome che si sono sostituiti formalmente alle controparti effettive coinvolte nell’acquisto e nella vendita delle autovetture da immatricolare. Il sistema di transazioni commerciali fittizie ha permesso l’immatricolazione in Italia delle vetture direttamente a nome dell’acquirente finale, senza generare alcun debito fiscale in capo ai rivenditori effettivi (perlopiù costituiti da concessionari di auto di lusso usate multimarca), poiché le auto risultavano consegnate a società commerciali, molte delle quali risultate delle mere cartiere, che non adempiono agli obblighi fiscali nel proprio paese.
Gli inquirenti hanno stimato un danno di oltre 60 milioni di euro in termini di IVA evasa solo in Germania, a cui va ad aggiungersi un’ulteriore vasta evasione fiscale in Italia.
L’indagine è stata condotta con il supporto di Europol, degli uffici investigativi fiscali tedeschi di Monaco di Baviera (Ufficio delle imposte di Monaco – Ufficio di investigazione fiscale), dall’Ufficio delle imposte per questioni fiscali penali e Investigazione fiscale di Colonia, ed ha visto impegnate le Fiamme Gialle in numerose perquisizioni, effettuate contemporaneamente in Germania e in Italia nelle regioni del Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio, Campania e Puglia.

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