4 Luglio 2015

La vita e il percorso di Fede di Renzo Buricchi diventano una tesi di laurea. A settembre la pubblicazione


La storia del tabaccaio di Prato diventa una tesi di laurea. L’esempio laico di semplicità e fede di Renzo Buricchi sono al centro del lavoro di studio e di ricerca di don Gildas Vigan, sacerdote del Benin ordinato nel 2003 e operante a Scandicci. Lo scorso 16 giugno, presso la Facoltà teologica dell’Italia Centrale, don Gildas ha discusso la propria tesi di dottorato intitolata «Renzo Buricchi e la strada dell’estrema semplicità»; moderatore don Diego Pancaldo, correlatore mons. Basilio Petrà. Si tratta del primo lavoro di ricerca sul noto personaggio pratese scomparso nel 1983: un elaborato di quasi quattrocento pagine in cui si ripercorre la storia del tabaccaio di piazza del Comune attraverso la chiave della fede. La volontà di parlare dell’esperienza di religiosità e natura del Buricchi nasce quasi per caso, come don Vigan ammette nell’introduzione al testo: «Per una serie di circostanze – racconta – mi sono imbattuto in un piccolo libro dallo strano titolo, “Un cipresso per Maestro”. Attraverso le sue pagine sono venuto a conoscenza di una vicenda della quale è protagonista un uomo che, in modo estremamente semplice, si è avventurato nel Mistero che circonda la nostra esistenza». Un testimone autentico della fede: per Gildas Vigan, questo è Renzo Buricchi, che dal contatto diretto con la natura e, insieme, con gli uomini che quotidianamente entravano nella sua tabaccheria, ha scoperto in maniera autentica Dio. «Ho seguito per circa tre anni il lavoro di don Gildas – racconta Marcello Pierucci, uno degli amici di Renzo Buricchi, che ha scritto “Un cipresso per Maestro”, la storia del percorso del tabaccaio di Prato – e posso confermare come abbia compreso in pieno lo spirito di Renzo. Quello di Buricchi era un pensiero innovatore per i tempi e sempre attuale per la nostra contemporaneità e sono convinto che questa tesi darà inizio a un dibattito». Il lavoro di don Vigan ha ottenuto il massimo del punteggio – Summa cum laude, ovvero 30 su 30 – e questo rappresenta certo una soddisfazione, ma lo è ancora di più, per chi ha seguito il cammino di Buricchi, la notizia che la sua tesi di dottorato sarà pubblicata, entro settembre, dalla Lef di Firenze, da subito interessata al progetto. «La spiritualità di Renzo – racconta ancora Pierucci – è stata tenuta nascosta da noi che l’abbiamo vissuta almeno fino al 1998, quando mi è stato chiesto di raccontarla in un libro». La segretezza del pensiero e della spiritualità del tabaccaio di piazza del Comune non viene dall’avarizia degli amici, ma dall’umiltà dello stesso Buricchi, che, in vita, ha sempre lanciato i suoi richiami agli animi di ogni persona, ma senza creare aggregazioni numerose (il suo gruppo era formato solo da tre amici). Eppure il suo esempio di semplicità, di attaccamento alla natura e di bisogno di una spiritualità vera è vivo ora più che mai: i «Piccoli cerchi» auspicati dal tabaccaio continuano a tenere vivi i suoi insegnamenti, così come il Cenacolo Renzo Buricchi per la promozione della fede (per info si può visitare il sito cenacolorenzoburicchi.it).

LA STORIA: Renzo Buricchi nasce da una famiglia contadina il 21 gennaio 1913 a Seano. Questa operosa famiglia è conosciuta anche per la sua marcata fede sociale (Renzo è cugino dei fratelli Buricchi, protagonisti della resistenza): per questo, dovrà subire da parte del regime varie persecuzioni, e il padre di Renzo dovrà scontare alcuni anni di prigione. Ciò non impedisce a questo ragazzo di crescere pacificamente e in armonia con la natura circostante, per la quale prova una forte attrazione – non a caso un cipresso è stato il suo primo «maestro». Cresce nella continua osservazione della natura e dei processi che, attraverso le stagioni, essa mostra: ciò lo porterà al convincimento che il caso non può esistere, ma il tutto è riconducibile all’opera certa del Creatore. Giunto alla maggiore età lascia il podere e inizia a lavorare in un bar tabaccheria in piazza del Comune. Da quel momento inizia ad appassionarsi all’uomo e al mistero che risiede in lui, proiezione del Cristo. Parallelamente inizia uno studio del Vangelo, della vita e delle opere di San Francesco e di molti altri testi. Inizia a coltivare la propria grande spiritualità, con la quale irradierà anche i pochi amici che lo hanno seguito. Sposa Misora e dal loro amore nascerà Maria Pia. Morirà il 6 ottobre 1983 di infarto, lasciando testimonianze preziose della propria fede.

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