25 Settembre 2015

Tac, test e risonanze: 208 prestazioni sanitarie a rischio. I medici di famiglia: “Il Governo ci accusa di essere iperprescrittori e toglie servizi ai cittadini”


Appesantimento burocratico, una minaccia al rapporto di fiducia con il paziente e la concreta possibilità che tutta una serie di prestazioni sanitarie vadano a confluire nel settore privato. Sono questi – secondo i medici di famiglia – gli effetti del decreto predisposto dal governo Renzi, che ha indicato 208 prestazioni sanitarie a rischio inappropriatezza (leggi l’elenco completo) per le quali il medico – prima di prescrivere – dovrà seguire precise indicazioni. Se il provvedimento entrerà in vigore, i camici bianchi che prescriveranno accertamenti considerati inappropriati andranno incontro a sanzioni pecuniarie. E tra le 208 prestazioni a rischio erogabilità da parte del sistema sanitario nazionale ci sono accertamenti piuttosto comuni: risonanze magnetiche, tac, esami di laboratorio, test allergologici e genetici.

Secondo Alessandro Benelli, coordinatore della Fimmg, Federazione Medici medicina generale di Prato i risparmi in sanità dovrebbero essere ricercati su altri fronti – a partire dagli sprechi sul versante amministrativo – e non su quello delle prestazioni ai cittadini. “Non può passare il messaggio che i medici di famiglia siano degli iperprescrittori perchè non è vero – afferma Benelli -. Già siamo controllati e nel nostro accordo collettivo è presente un articolo che vincola il nostro convenzionamento con il sistema sanitario al rispetto di alcune regole tra cui l’appropriatezza prescrittiva. Con questo provvedimento si vanno a dettare a tutti i medici le condizioni per poter prescrivere alcune prestazioni. Ma noi non siamo sul banco di un Parlamento a scrivere una legge e non siamo neppure davanti ad una malattia, ma tutti i giorni siamo davanti a una persona che può essere malata oppure no e dobbiamo prendere in considerazione tutto il soggetto, compresi gli aspetti psicologici”.

Il rischio paventato è quello di minare il rapporto di fiducia tra il paziente e il proprio medico di famiglia. “Questo provvedimento ci crea un ulteriore disagio perchè saremo noi che dovremo spiegare al paziente come mai dobbiamo applicare un certo tipo di decreto – afferma Benelli -. Sarebbe opportuno che la politica spiegasse ai cittadini cosa sta succedendo: ovvero che una parte dei servizi sanitari, nonostante le tasse pagate dai cittadini, si sta spostando dal pubblico al privato”.

Dario Zona

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uomolota
uomolota
8 anni fa

e meno male che in italia abbiamo un governo di sinistra…

Maurizio
Maurizio
8 anni fa

Ma sicuramente tante di queste erogazioni possono essere superflue ma se il governo a bisogno di risparmiare perché non vende tutte quelle auto blu che non solo sono superflue ma anche inquinanti e dispendiose .
È l’ora che tutti si rimbocchino le maniche e la facciano finita di continuare a beneficiare di tante agevolazioni alle spalle di noi cittadini.