5 Gennaio 2024

Sfratti, +205% di esecuzioni a Prato nel 2022, il Sunia: “Il disagio cresce e il Governo è assente”

Lunedi al mercato il banchino del Sunia per sottoscrivere la Petizione per il Diritto all’abitare


Prato si conferma territorio con grave disagio abitativo, carente di edilizia pubblica, nonostante negli ultimi anni ci sia stata una crescita della dotazione di alloggi Erp. La provincia pratese è seconda in Toscana per sfratti eseguiti nel 2022, ben 299, quadruplicati rispetto all’anno precedente. I dati del ministero dell’interno dicono anche che le richieste di esecuzione presentate agli ufficiali giudiziari sono state 883 (+181% rispetto al 2021).
“Le previsioni per il 2024 sono preoccupanti – commenta il Sunia – perché ad una situazione già così drammatica dovremo aggiungere l’impatto che avranno sulle famiglie l’azzeramento del Fondo Sostegno all’Affitto e per la Morosità Incolpevole e il taglio del Reddito di cittadinanza che prevedeva una integrazione per i cittadini in affitto, operati dal Governo Meloni. Senza una totale inversione di rotta, nelle politiche abitative, quello che ci aspetta per il 2024 è un aumento esponenziale degli sfratti anche nella nostra Provincia” – aggiunge il Sunia.
La precarietà abitativa a Prato è dimostrata dal numero delle domande per il contributo all’affitto 2023: sono state 950; e quasi 1200 all’ultimo bando sono coloro che hanno fatto domanda valida per ottenere una casa popolare nei comuni pratesi.
Sul fronte del contributo affitti, il Sunia di Prato segnala che “nonostante il meritorio intervento con risorse proprie da parte del Comune di Prato (750.000 euro), mancano all’appello circa 200.000 euro e l’effetto sarà che meno cittadini pratesi riceveranno i soldi del contributo affitti e con importi minori rispetto agli anni passati. La scelta operata dal Governo Meloni è veramente inaccettabile”.

Case popolari, Prato sta provando a recuperare il gap storico di carenza di alloggi

“L’emergenza abitativa pratese si sostanzia in altri numeri: la Provincia Prato – scrive il Sunia – ha 1828 case popolari, all’ultimo posto fra le provincie per dotazione di Edilizia Residenziale Pubblica. Rispetto a questo è importante sottolineare un dato in contro tendenza con 57 nuovi alloggi in costruzione (dato al 2022), Prato è al terzo posto fra le Province toscane per numero di alloggi Erp in costruzione (in valore assoluto) dietro a Firenze e Pisa. Anche rispetto al dato degli alloggi sfitti, che nella Lode Pratese (tutti Comuni della Provincia di Prato) è pari a 214 alloggi è importante sottolineare che di queste 71 sono o in corso di manutenzione o con interventi già finanziati e 27 in disponibilità in procinto di essere assegnati. Elementi questi che connotano un’attenzione importante da parte dell’amministrazione comunale rispetto al problema degli alloggi sfitti di ERP. Altro elemento importante da sottolineare riguarda la percentuale di alloggi di Erp della Lode Pratese costruiti dopo l’anno 2000 che è pari al 7,2%”.

“In un contesto nazionale in cui le politiche di contrasto alla precarietà abitativa sono completamente assenti occorrono interventi strutturali per rilanciare il mercato delle locazioni a canoni sostenibili e riqualificare il patrimonio per far sì che famiglie in difficoltà a sostenere i costi dell’abitare abbiano un luogo dove vivere e costruire il proprio futuro” sostiene il Sunia, che a livello nazionale ha lanciato una petizione popolare per il Diritto all’abitare.
Anche a Prato l’iniziativa sarà portata avanti con una raccolta di firme. È possibile aderire alla petizione popolare presso la sede del Sunia di Prato in piazza Mercatale, 93 nei giorni di Lunedi e Mercoledi e Giovedi mattina.

Lunedi 8 gennaio 2024 in Piazza del Mercato Nuovo dalle 10 alle 13 sarà possibile sottoscrivere la petizione al “banchino” del Sunia.

Le proposte contenute nella Petizione per il Diritto all’abitare:
1) rifinanziare il Fondo Sociale Affitto e per la Morosità Incolpevole nella misura di 900 milioni di euro;
2) una Legge quadro nazionale di riordino degli Enti Gestori di immobili pubblici per migliorarne la gestione;
3) programmazione e finanziamento pluriennale per la ristrutturazioni degli alloggi pubblici sfitti; 4) creazione di una Banca Dati del riuso per gli immobili pubblici dismessi e un piano di finanziamenti specifici per la loro riqualificazione ai fini abitativi per aumentare l’offerta di Edilizia Sociale;
5) rifinanziamento dei programmi di riqualificazione urbanistica,edilizia e sociale delle periferie;
6) una regolamentazione nazionale degli affitti brevi dando la possibilità ai Comuni di definire regole certe e un tetto massimo degli alloggi da potere affittare a breve termine.

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